sabato 11 ottobre 2014

Marduk/Bel

Nome Marduk (Altri 50 nomi)

Figli Nabu
Moglie Sarpanitum
Genitori Enki e Ninhursag
Simbolo Drago/Serpente
Pianeta Giove
Numero 50
Ministro Nabu
Funzioni Dio degli dei, dell'acqua, della vegetazione, del vento, della guerra, degli eroi, del vento, della tempesta, della sapienza, del giudizio, della magia, del destino.










Marduk (lingua accadica, più diffusamente conosciuto nella letteratura religiosa babilonese con il nome di Bēl, "Signore") è, nella religione babilonese, il "re degli dèi" e divinità protettrice dell’antica città di Babilonia. Il dio babilonese Marduk è attestato già in antiche fonti sumeriche (ad esempio nella Lista degli dèi rinvenuta ad Abu Salabikh) nella forma di damar.UD (o AMAR.UTU) nel possibile significato di "Giovane toro del dio Sole" o "Giovane discendente del dio Sole", il segno AMAR può indicare infatti ambedue i significati, mentre UD/UTU sta a significare il dio Sole. Successivamente, quando Babilonia divenne il centro politico della valle dell’Eufrate durante l’era di Hammurabi (II millennio a.C.), tale figura divina cominciò ad acquisire maggiore importanza all’interno del pantheon babilonese, posizione consolidata nella seconda metà del II millennio a.C. e infine glorificata in qualità di re degli dèi nel poema religioso babilonese Enûma Eliš, finendo per caratterizzare questi dèi come aspetti della sua persona.
Viene simboleggiato dal pianeta Giove ed il numero ad esso dedicato è il 50, attribuito precedentemente ad Enlil, di cui ormai fa le veci come re degli dèi.
Nabu, il dio della saggezza, è il figlio di Marduk non che suo ministro. Il suo simbolo è un serpente-drago. La moglie di Marduk è Sarpanitum.


Mitolgogia

Enuma Elish
Prima che la Terra e il Cielo fossero creati, le acque primordiali erano mescolate fra loro, in un unico grande elemento. Dall’unione di Apsu, l’acqua dolce, e di Tiamat, l’acqua salata, hanno origine tutti gli altri dei per tre generazioni. Questi nuovi e giovani dei sono irrequieti e creano disturbo al punto che Apsu non riesce a riposare a causa del continuo rumore da essi provocato. Apsu si reca col suo consigliere Mammu dalla dea Tiamat per discutere sulla situazione e le comunica la sua intenzione di uccidere tutti gli dei da loro creati e porre fine al terribile caos. Nonostante la sua signora si opponga all’assassinio dei figli, Apsu, incoraggiato da Mammu, decide di mettere in atto il suo proposito. Ma Ea, il più saggio e potente fra i nuovi dei, viene a scoprire il terribile piano di Apsu ed escogita un modo per evitare che questo si compia. Riesce a far cadere Apsu e Mammu in un sonno profondo e una volta neutralizzati li uccide. A questo punto, viene a crearsi un nuovo ordine; Ea comincia a vivere con la sua sposa Damkina e genera il grande Marduk, perfetto nello spirito e nel corpo e destinato a dominare il mondo.
Ma Tiamat, furiosa e sofferente per la morte del marito, decide di vendicarsi e di scatenare una guerra contro i giovani dei. A questo scopo, si allea col terribile mostro Quingu, divenuto il suo nuovo marito, e comincia i preparativi per lo scontro, creando un temibile esercito costituito anche da terribili demoni. Ea e Anu, sconcertati, cercano di convincere la dea a desistere, ma spaventati dalla sua ira, tornano sui loro passi. A questo punto i giovani dei si riuniscono in consiglio per decidere cosa fare. Qui si presenta Marduk, valoroso e potente, e propone di affidare a lui il compito di sconfiggere la dea Tiamat.
Colpito dalla sua immensa forza e destrezza, il consiglio accetta la proposta di Marduk, che armato da potenti venti, va incontro al suo destino. Marduk affronta Tiamat e la colpisce scatenandole contro i venti, costringendola così ad aprire la bocca. Il terrificante tornado scatenato dai forti venti le entra nel corpo, paralizzandola. Marduk può così colpirla con una freccia e ucciderla, penetrandola con la spada attraverso la bocca spalancata. Tiamat viene smembrata e il suo corpo è diviso in due: la parte superiore va a costituire il cielo e la parte inferiore la terra. Dal sangue versato dall’uccisione di Quingu hanno origine gli uomini, che diventano i servi degli dei.
Marduk diventa a questo punto il sovrano di tutti gli dei e il poema si conclude con la sua celebrazione e l’elenco dei suoi cinquanta nomi.



Babilonese
In origine la figura di Marduk era considerata oscura e solo in seguito fu collegato all’acqua, vegetazione, il giudizio e la magia. È stato considerato come il figlio di Ea (Enki in sumero) e Damkina nonché erede di Anu, ma qualsiasi tratto caratteristico Marduk potesse possedere, fu offuscato dagli sviluppi politici attraverso cui la valle dell’Eufrate fu sottoposta infondendo in lui tratti caratteristici, in precedenza attribuiti solamente alle divinità maggiori del Pantheon babilonese. Ci sono in particolare due divinità Ea e Enlil, i cui poteri e tratti caratteristici passarono a Marduk. Nel caso di Ea, questa transizione avviene pacificamente e senza danneggiare la vecchia divinità. Marduk assume l’identità di Asarluhi, il figlio di Ea e dio della magia, in questo modo Marduk fu inserito all’interno del Pantheon di Eridu da cui provengono originariamente sia Ea che Asarluhi. Il padre Ea riconosce volontariamente la superiorità del figlio a cui passa volontariamente nelle sue mani il controllo dell’umanità. Questa associazione tra Marduk ed Ea, pur indicando il passaggio della supremazia una volta posseduta da Eridu come centro politico e religioso, può riflettere un'antica dipendenza di Babilonia da Eridu, non necessariamente di carattere politico, ma legata alla diffusione culturale nella valle dell’Eufrate dal sud al nord. Si tratterebbe cioè di un riconoscimento di Eridu come l’antico centro da parte di quello più giovane.


Tarda Età del Bronzo

Mentre la relazione tra Ea e Marduk viene rimarcata con armonia e con una amichevole abdicazione da parte del padre in favore del figlio, l’assorbimento dei poteri di Enlil di Nippur da parte di Marduk ne causò un evidente calo di prestigio a spese di Enlil. Dopo i giorni di Hammurabi, il culto di Marduk eclissò quello di Enlil, sebbene Nippur ed il culto di Enlil vissero un periodo di rinascita durante i quattro secoli del controllo di Babilonia da parte dei Cassiti (c. 1570 a.C. – 1157 a.C.), il definitivo e permanente trionfo del culto di Marduk su Enlil diventa effettivo con l’impero Babilonese. L'unico serio rivale di Marduk dopo il 1000 a.C. fu Aššur in Assiria. Nel sud dell’impero Marduk regna sovrano. Egli è solitamente indicato come ‘’Bel’’ (Signore), anche come bel rabim grande signore, bêl bêlim "Re dei Re", ab-kal ilâni bêl terêti "Re degli dei", aklu bêl terieti "il saggio, Signore degli oracoli", muballit mîte "resuscitatore dei morti", etc. Quando Babilonia divenne la capitale della Mesopotamia, la divinità protettrice di Babilonia fu elevata al livello di divinità suprema. Al fine di spiegare come Marduk prese il potere, nell’Enûma Elish, il quale racconta la storia della nascita di Marduk, furono scritte gesta eroiche trasformandolo nel sovrano degli dèi. Tali eventi possono essere visti come una forma di Apologetica Mesopotamica. In questo documento furono inclusi i cinquanta nomi di Marduk.
Nell'Enûma Elish si narra che, dopo avere sconfitto e ucciso Apsu, Ea si stabilì con la moglie Damkina nella dimora del dio ucciso; la coppia ebbe un figlio, Marduk, che nacque dal cuore del defunto Apsu. La narrazione continua con la guerra civile tra gli dei, scoppiata dopo che Ea aveva spodestato e ucciso Apsu; il conflitto stava crescendo fino ad assumere le dimensioni di una battaglia finale. Gli dei Anunnaki si riunirono al fine di trovare un dio in grado di sconfiggere i nuovi crescenti dei che minacciavano la loro esistenza. Marduk, divinità molto giovane, rispose alla chiamata e come ricompensa gli fu promessa la guida degli dei. Per prepararsi alla battaglia, egli fa un inchino, piega le frecce, afferra una mazza, lancia dei fulmini dinanzi a lui, riempie il suo coro con le fiamme, crea una rete per circondare Tiamat al suo interno, raccoglie a se i quattro venti affinché nessuna parte di essa possa scappare, crea sette nuovi venti cattivi come il turbine ed il tornado, solleva la sua arma più potente, e diluvia. Poi si prepara per la battaglia, cavalcando il suo carro di tempesta trainato da quattro cavalli con il veleno nelle loro bocche. Nelle sue labbra trattiene un incantesimo ed in una mano afferra una pianta per contrastare il veleno. Per cominciare, sfida la signora degli dei Anunnaki, il primordiale drago marino Tiāmat in un singolo combattimento, sconfiggendola e imprigionandola nella sua rete, per poi soffiarle contro con i suoi venti, e penentrando il suo stomaco con una freccia.
Infine egli si dirige contro Kingu, che Tiamat aveva messo a capo dell’esercito e che indossava le Tavolette dei Destini, strappandogliele dal petto ed assumendo infine la sua nuova posizione come Signore degli Dei. Sotto il suo regno furono creati gli uomini, con lo scopo di sopportare il peso della vita, affinché gli dei potessero trarne piacere.
Marduk veniva raffigurato come un essere umano, spesso con il suo simbolo del serpent-drago che aveva preso al dio Tishpak. I testi babilonesi parlano della creazione di Eridu da parte del dio Marduk come la prima città, “la città santa, la dimora degli altri dei per il loro diletto”.

La fine di Marduk
Se un mito celebra Marduk, un altro lo butta nella polvere. In epoca neoassira Babilonia è preda di eserciti stranieri ed in balia di una forte crisi economica e sociale. Gli assiri si prendono gioco di Marduk nel processo di Marduk, mito dove l'impianto accusatorio contro Marduk è nelle mani della maggiore divinità Assur. La stessa popolazione babilonese si sente abbandonata del proprio nume tutelare e l'Epopea di Erra immagina i motivi mitici dell'abbandono. E' una rappresentazione polemica della divinita, un vecchio impotente che cammina strascicando i piedi. La sua corona è appannata e i suoi ornamenti sono sporchi. Un dio che lascia Babilonia, ingannato da Erra (Nergal) alla ricerca di inesistenti artigiani-demoni che possano lustrare la sua argenteria!

Paredra di Marduk era Zarpanit, dea che garantiva la gloria del nome e l'abbondanza della discendenza. Presso i fenici e gli ugaritici Marduk e Shamash si fondono nella figura del preesistente Bel (Baal). Nella Bibbia ritroviamo Marduk trasformato in Mardocheo, che vive con la nipote Ishtar (Ester). Fra le tante suggestioni bibliche di Alfred Döblin in Berlin Alexanderplatz non poteva mancare il riferimento a Mardocheo:

Nella città di Susa viveva un vecchio di nome Mardocheo che aveva allevata Ester, la figlia di suo zio e la ragazza era formosa e di bell'aspetto...
(da Berlin Alexanderplatz, ed. Rizzoli 1995, p. 24)

Fonti
http://www.antika.it/003193_marduk.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Marduk

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