In Giappone la volpe rossa – kitsune 狐, è considerata uno dei gli animali più interessanti e popolari del folklore. Difatti se vi troverete ad attraversare l’intero Paese troverete tracce della sua presenza in ogni dove, ad indicare un legame che si è instaurato tra l’uomo e l’animale. Basti pensare alla stessa parola kitsune, formata da kitsu (onomatopea del guaito della volpe) e ne (forma affettuosa).
LE ORIGINI
Le prime notizie riguardo a miti sulle volpi rosse hanno luogo in Cina, Corea ed in India. In Cina infatti si narrava una storia riguardo ad una volpe a nove code -狐狸精 huji jing- il quale poteva avere connotati buoni o cattivi. Proprio da questi racconti nasce la leggenda che l’animale abbia poteri magici e possa acquisire sembianze umane.Sebbene ai nostri giorni sia piuttosto raro incontrare una volpe selvatica, i testi antichi testimoniano che incontri uomo-animale avvenivano frequentemente, perfino nelle case era solito avvistarne una girovagare senza problemi. Nel Nihon Ryakki 日本略記 (1596) antiche cronache del Giappone, le kitsu (nome con il quale venivano chiamate arcaicamente) sono spesso presenti nelle situazioni più quotidiane: durante il regno dell’imperatore Kammu (737-806) una volpe si introdusse nel Palazzo Imperiale ed ululò (803) oppure; nell’anno 820 l’animale fu avvistato salire le scale del Palazzo e così via dicendo.
Si ritrova ancora più indietro nel tempo, nell’annuario Nihon Shoki del 720, un passo dove le kitsu cominciano a essere trattate con rispetto come animali di buon auspicio.
Per capire come le credenze riguardo questi animali siano poi arrivate fino ai giorni nostri bisogna pensare che ci stiamo riferendo ad un era (periodo Edo 1615-1847) in cui la popolazione credeva profondamente nelle superstizioni, quindi è facile capire come la loro diffusione si sia espansa a macchia d’olio. Spuntò in quegli anni infatti la notizia che un maniaco aggrediva le donne tagliando loro i capelli, per le strade di Edo. Non riuscendo a trovare un colpevole, questo venne attribuito proprio alle kitsune.
Le volpi divennero protagoniste di questi racconti. In grado di cambiare le proprie sembianze e trasformarsi in umani, in genere donne graziose, si pensava arrivassero addirittura a sposarsi con uomini. Difatti così dice una antica leggenda dell’anno 545:
“Ono, un abitante del paese di Mino, si occupò per intere stagioni della ricerca della sua donna ideale. Una notta incontrò una ragazza sul limitare di una palude e la sposò. Nel mentre ella portava avanti la sua gravidanza il cane che l’uomo possedeva cresceva anche’egli mostrando del risentimento verso la donna della palude. Un giorno la attaccò con furia e lei, intimorita riprese le sue sembianze di volpe e fuggì via.
“<potrai anche essere una volpe, ma sarai sempre mia moglie e la madre di mio figlio> disse Ono, così ogni notte la donna rientrava nella sua dimora come umano e ne fuggiva al sorgere del sole come volpe.
In giapponese le parole kitsu-ne significano torna e dormi mentre ki-tsune sta per torna sempre."
CARATTERISTICHE
Abbiamo così gli zenko 善狐, volpi celestiali e buone spesso associate al dio Inari, a cui sono dedicati innumerevoli templi in tutto il Giappone e i contrapposti yako 野狐 o nogitsune, spiriti che tendono al malevolo. Esiste anche la forma ninko; volpi che si rendono invisibili fino a quando si impossessano di un corpo umano.
Kitsunetsuki 狐憑き – Indica lo stato in cui una volpe si è impossessata di un corpo. Le vittime preferite si pensava fossero appunto donne, di qualsiasi età a cui, la credenza attribuiva un mutamento del viso che rendeva le fattezze simili a quelle dell’animale. Una persona che veniva ritenuta posseduta poteva, essere condotta da un monaco in un tempio Inari per essere esorcizzata oppure picchiata per cercare di allontanare l’animale dal corpo.
Mentre le donne venivano possedute, la sorte degli uomini era invece quella di venire truffati e subire ogni tipo di scherzo. In genere erano colpiti i samurai con il loro orgoglio di ferro e i mercanti. La vittoria dell’animale poteva essere aiutata attraverso l’uso di illusioni e incantesimi.
Esiste un gioco, di nome kitsune-ken (prima la volpe), una sorta di carta, forbice e sasso dove invece i ruoli stanno per: il capo, il cacciatore e la volpe; dove quest’ultima vince contro il capo poichè è stato incantato.
Le Kitsune possano concepiri figli con umani; questi mezzosangue (han'yō) hanno sempre aspetto umano, ma posseggono eccezionali doti fisiche o poteri soprannaturali, che spesso passano in eredità ai propri figli.
La principale caratteristica fisica che contraddistingue le kitsune è la grande quantità di code che esse possiedono. Maggiore è l'età di una volpe, maggiore sarà il numero delle code cui essa potrà disporre, fino a un massimo di nove. Di conseguenza, un gran numero di code sta a indicare una volpe più anziana e potente; alcuni racconti popolari narrano che solo le volpi ultracentenarie possano ambire al numero massimo di code. I miti più conosciuti narrano di volpi a una, cinque, sette, o nove code.Quando una kitsune ottiene la sua nona coda, il suo manto diviene di colore bianco o oro. Queste kyūbi no kitsune (九尾の狐? volpi a nove code) acquisiscono anche l'abilità di vedere e sentire qualsiasi cosa accada in ogni parte del mondo (onniscienza), e altri racconti attribuiscono loro infinita saggezza.
Altro: L'anzianità, la conoscenza magico esoterica di una Kitsumi la si evince dal numero delle sue code, che nelle più potenti arriva a Nove , queste sono Yokai potentissimi che non si interessano di faccende umane, per altro sono di natura incontenibile , pericolose in alcuni casi anche per le altre Kitsune più giovani..
KITSUNE CELEBRE
Non potevano di certo mancare figure rimaste nella storia, la cui vicenda è stata tramandata ed entra a fare parte del folklore del Paese. Una di queste è la storia di Kuzunoha 葛の葉. Un giorno un nobile di nome Abe no Yasuna stava dirigendosi verso il tempio nella provincia di Settsu e si trovò a destreggiarsi contro un cacciatore, il quale aveva catturato una volpe bianca. Poco dopo lo scontro, incontrò una donna di nome Kuzunoha(la volpe bianca con sembianze umane), la quale lo medicò. La storia vuole che dal loro amore nacque un bambino con straordinarie doti intellettive. Un giorno il piccolo notò spuntare dal corpo della madre, distratta, una coda. Per questo ella fu costretta ad abbandonare la famiglia con la promessa di reincontrarsi nel bosco e mostrare la sua vera forma. Si presentò allora come la volpe protettrice del tempio e donò come ultimo gesto, al figlio, la capacità di capire il linguaggio degli animali.
Da queste struggente storia vennero allestiti spettacoli di teatro kabuki e perfino la poesia di addio della donna è stata tramandata fino ai giorni nostri:
<恋しくば
尋ね来て見よ
和泉なる
信太の森の
うらみ葛の葉>
<se mi amate, cari, venite a vedermi.
Mi troverete laggiù nel grande bosco
di Shinoda della provincia di Izumi dove le foglie
di kudzu frusciano sempre d’umor pensoso>
CURIOSITA’
Nei vari racconti a riguardo vengono menzionati anche i matrimoni fra le stesse kitsune. Esiste difatti un detto per cui se durante un giorno di sole comincia a piovere i bambini devono stare attenti e giocare in casa, poiché all’esterno si starà svolgendo una processione chiamata kitsune no Yomeiri. Questa leggenda è nata nel periodo Edo; nessuno però deve assistere alla celebrazione altrimenti riceverà la vendetta dalle volpi stesse. Questo perchè in passato, si dice che tutte le persone che abbiano seguito la sfilata di lanterne del matrimonio poi si siano perse nei boschi e non abbiano fatto più ritorno.
Fonte
http://www.thejapanesedreams.com/
http://antrodellamagia.forumfree.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Kitsune
Nessun commento:
Posta un commento